mercoledì 3 aprile 2019

Ti racconto un monumento...la Chiesa della Madonna dei Pantanelli








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lunedì 1 aprile 2019

L'ULTIMO GIORNO...SAPETE CHE UN PO' MI DISPIACE???MI ERO ABITUATA A QUESTI POMERIGGI DI STORIA, TECNOLOGIA, RICERCA E DIVERTIMENTO. A PRESTO ED E' STATO UN PIACERE IMPARARE INSIEME A TUTTI VOI!!!(COMPRESA LA PROF.SSA CECCARELLI)

LUISA BARBETTI

La Chiesa della Madonna dei Pantanelli


La  Chiesa della Madonna dei Pantanelli



È probabile che la forma originale dell’attuale Chiesa della Madonna dei Pantanelli di S. Nicolò di Celle di Deruta sia stata a “Maestà”, cioé inizialmente era un’edicola a forma di cappelletta, situata in aperta campagna.
Successivamente, nel ‘500, è stata ingrandita a forma di chiesetta.
Uno studioso, nella sua relazione dedicata al monumento, afferma che questa chiesa, data la sua piccolezza, non era né cappella né oratorio.
Aveva due entrate: una con la porta senza serratura, l’altra senza porta. Una doveva essere sulla facciata mentre l’altra sulla parete lungo la strada.
Nel 1742 furono comperati gli arredi sacri e l’immagine della Madonna fu sormontata da un baldacchino; l’anno successivo, cioè nel 1743, il vescovo concesse il permesso di celebrarvi la messa.
Nel 1748 grazie ai priori della locale Confraternita di S. Andrea e Ubaldo fu ingrandita la chiesa, che all’epoca era detta chiesa “della Madonnuccia”.
Per la terra, i mattoni e quanto altro era necessario per l’ampliamento, fu demolito il torrione nord del castello di S. Nicolò, con licenza dei Decemviri perugini.


AUTORI: Alex Calzoni, Samuele Pantalla, Maria Tassi, Lorenzo Vescovi  




             

                                                                                                                    

Storia civile di S. Nicolò di celle



                                   S. Nicolò di celle

Nel 1815 ritornò lo Stato Pontificio a dominare la zona e il nostro paese tornò sotto il dominio derutese e il sindaco prese il possesso del paese e mandò periodicamente un esattore per riscuotere i denari. Nel 1849 vennero da Perugia 17 civici comandati dal sergente Bajon. Dopo la messa ci fu una discussione tra il parroco e Bajon, il quale si meravigliò che ancora non fossero issate le insegne repubblicane. Per questo motivo Bajon decise di issare queste insegne su un cipresso vicino alla chiesa e di ingrandire la piazza, da questi atti scoppiò una rivolta tra il parroco e i civici. Il parroco fece ricorso alla curia di Perugia per essere risarcito. Il vicario non avendo prove non risarcì il parroco e così facendo disse al parroco di procurarsi dei testimoni per riparare ai danni causati dalla rivolta.

Autori: Salma, Michela e Valentina

La chiesa di San Nicola e il Campanile

nomi degli autori:Federico,Stefan,Giulia,Marica.
Testo: La Chiesa e Campanile.

LA CHIESA DI SAN NICOLA

La vita dei sannicolesi si sviluppò intorno alla chiesa di S. Nicola che è dedicata a S. Nicola di Bari ed è stata costruita prima del 1100.
Nel 1278 nei documenti si parla  della “villa” di S. Nicolò di Celle , quindi è certa l’esistenza della chiesa e forse della parrocchia.
Nel 1862 il parroco Don Francesco Masini chiese al vescovo il permesso di recarsi a Torgiano con i fedeli a pregare nella chiesa del Crocefisso per raccogliere offerte per poter ampliare la chiesa. Nello stesso anno il vescovo lodò i parrocchiani per i risultati ottenuti e suggerì al parroco di spostarsi nella casa delle confraternite per tutto il tempo della risistemazione.
Nel 1876 iniziarono i lavori che terminarono nel 1881. Nel 1890 si costruì la nuova sacrestia e nello stesso anno la facciata della chiesa.
                                                      
IL CAMPANILE

Del vecchio campanile di S. Nicola non sappiamo con esattezza la data di costruzione, ma da alcuni elementi si può stabilire che è contemporaneo alla chiesa parrocchiale.
Don Giuseppe Cinelli nel 1728 decise di costruire un nuovo campanile di fianco alla facciata della chiesa. I capifamiglia, riuniti in assemblea, accettarono la proposta del parroco e per reperire i materiali decisero di abbattere le mura di cinta del castello insieme ad un torrione.
Nel 1855 venne commissionato al signor Salvatorelli di Marsciano il grande orologio della piazza per il prezzo di 130 scudi (vecchia moneta dello Stato pontificio).
Nel 1866 si stabilirono le modalità per il pagamento delle campane.

Nel 1934, in occasione di un restauro, furono messe a posto le catene, le corde, i finestroni e le scale.  

IL CASTELLO

Nomi degli autori:
Tommaso Alunni Roveri, Emily Zika, Francesca Marinacci e Christian Papa
IL CASTELLO
Presso i Romani la parola “castrum” significava campo militare e per questo il castello prende il nome da “castra”. Anche quello di S. Nicolò di Celle in orgine non era una dimora privata ma una specie di paese militare. Dove una volta si trovavano i quartieri militari, ora ci sono le case. Aveva cinque torri: quattro a guardia delle porte e quella del palazzo podestarile, simbolo d’indipendenza politica.
Il castello fu edificato nel XIV sec. Nei documenti si parla di una casa e di un terreno comprato dagli uomini di S. Nicolò di Celle e S. Cristoforo di Celle. A questo riguardo possiamo pensare alla casa adibita a “‘spedale”. Gli Hospitalis erano edifici costruiti dai benedettini lungo le strade per ospitare i pellegrini, ma anche per la popolazione sparsa del contado. Il castello era di tutta la comunità che la gestiva attraverso le Confraternite di S. Antonio, e di S. Andrea e S. Ubaldo.
Nel 1567, essendo crollato lo “‘spedale” di  cui sopra, gli uomini della comunità sannicolese fecero presente al vicario il disagio in cui si erano venuti a trovare e ne chiesero la ricostruzione.
La richiesta fu esaudita anche perchè il parroco che godeva dell’usufrutto del terreno, rimise a disposizione il ricavato. In questa casa si riunivano gli uomini della comunità chiamati a raccolta nell’aula delle riunioni, o consiliare, dalla campana del campaniletto del castello.
Il castello di S. Nicolò era amministrato da Perugia, alla quale era sottomesso; era governato da un Capitano del contado e precisamente da quello di porta S. Pietro.
L’unica entrata al castello era quella ancora esistente, All’interno, appena a sinistra, dove attualmente c’è la pompa per l’acqua, c’era una vasca in pietra per abbeverare i cavalli.
Nel 1732 le confraternite fecero costruire sopra la porta d’ingresso il piano superiore. A fine Ottocento la città Deruta ne pretese la proprietà, senza basi certe. Ne sorse una spinosa questione che si concluse il 9 ottobre 1881 con una riunione di cinquantuno capi.
Attualmente il paese di S. Nicolò di Celle è una frazione del Comune di Deruta.

San Nicolò

         Introduzione del paese di san Nicolò

Per quanto riguarda il nome San Nicolò non si hanno fonti storiche precise, ma solo leggende. Quella più concreta racconta di un gruppo di monaci benedettini, provenienti da Bari, che diffusero la devozione del santo. È possibile invece che nel periodo di diffusione del culto di S. Nicola, alcuni uomini del luogo abbiano ritrovato un’immagine del martire nella locale Chiesa di S. Cristoforo: dunque si costruì una nuova chiesa dedicata al santo barese. Da una terza tradizione sappiamo che il santo fu invocato nei periodi di peste, per ringraziarlo dei favori ottenuti.
La parola “celle” ha un’etimologia incerta. Potrebbe indicare la presenza di celle sepolcrali o riferirsi ai ricoveri degli animali della zona o alla cella dei monaci benedettini che si occupavano del territorio, una comunità monastica minore che faceva riferimento all’abbazia di S. Pietro di Perugia, di cui era dipendente. È certo che Il nome “celle” nasce dall’uso e che gli abitanti trasmisero questo appellativo alla cittadina.
Nel 1278 nella villa di S. Nicolò di Celle erano presenti 31 famiglie e 54 abitanti.
Speriamo che questo blog vi piaccia e che lo leggiate in tanti un saluto da
Elena,Tommaso e Chehd